Non si ferma l’azione politica portata avanti da AIO e dal suo presidente, Fausto Fiorile, volta a rendere sempre più accessibili al pubblico le prestazioni odontoiatriche che, come noto, ad oggi, non vengono coperte per una quota pari al 96% dal Servizio Sanitario Nazionale. L’emergenza Covid-19 che ha inciso in maniera importante sui bilanci familiari, anzi, rende ancora più attuale e urgente la questione. Numeri alla mano, come ben si evidenzia nell’intervista rilasciata dal presidente Fiorile a DentalJournal, ad oggi solo 6 italiani su 10 riescono ad accedere alle cure odontoiatriche. Un numero significativamente esiguo, soprattutto se si considera che una buona salute del cavo orale è funzionale al mantenimento di un buono stato di salute generale.
L’dea di AIO, dunque, è che per migliorare l’accesso alle prestazioni odontoiatriche sarebbe sufficiente innalzare la possibilità di detrazione delle cure a una quota compresa tra il 39 e il 50% (contro l’attuale 19%). “Di fondamentale importanza – precisa Fausto Fiorile – sarebbe estendere questa copertura a tutti gli interventi che rientrano nell’ambito delle cure precoci per i pazienti in fase di crescita, favorendo così azioni di prevenzione”.
Già nel 2016, in un’audizione alla Camera, AIO aveva posto all’attenzione dei Deputati un programma di educazione alla salute dentale e prevenzione di patologie odontoiatriche da svolgere nelle scuole, nella convinzione che una corretta cultura della salute orale si possa e si debba fare proprio in classe.
Per quanto riguarda il tema dei fondi sanitari integrativi, ai quali spetterebbe la copertura di quel 96% di prestazioni non coperte dal SSN, AIO sostiene che si dovrebbero integrare in un piano sanitario nazionale di cure odontoiatriche, basato su interventi strategici per garantire la salute orale dei cittadini, attraverso cure precoci e azioni di prevenzione primaria. “A tutt’oggi – conclude Fiorile – questo ancora non avviene, anche a causa del fatto che molti fondi sanitari non lasciano ai pazienti la libertà di scelta verso gli specialisti, restringendo il campo solo tra coloro che sono iscritti al loro elenco, escludendo di fatto una larga parte dei 40mila odontoiatri presenti nel nostro Paese. La soluzione che proponiamo, quindi, è che le prestazioni non coperte dal SSN, ma mediate dai fondi, vengano erogate in un regime di assistenza indiretta, ragione per cui i fondi sanitari dovrebbero intervenire ex-post in modo indiretto, rimborsando ai propri associati una quota parte o l’intera prestazione a secondo della disponibilità del fondo stesso”.
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